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Dal Mare alla Terra: Dieci Anni di Cambiamenti nel Mediterraneo e l’Evoluzione del MAEC

Il direttore del MAEC, Regina Egle Liotta Catrambone, riflette sui cambiamenti avvenuti negli ultimi 10 anni nel Mediterraneo e del bisogno di cambiare approccio al tema, affrontando le cause profonde delle migrazioni.

Di Regina Egle Liotta Catrambone

Dal 2014 al 2024, il Mediterraneo ha vissuto trasformazioni profonde nel contesto migratorio. Quando, insieme alla mia famiglia, abbiamo avviato la prima missione privata di ricerca e soccorso in mare con MOAS, il Mediterraneo era tristemente noto come un cimitero d’acqua. Migliaia di vite venivano tragicamente perse a causa dell’assenza di soccorsi in alto mare e dell’incapacità degli Stati di intervenire efficacemente. La necessità di agire era evidente e nel 2014 abbiamo deciso di investire le nostre risorse personali, introducendo la tecnologia dei droni per salvare le vite più vulnerabili.

Un Decennio di Trasformazioni

Oggi, a distanza di dieci anni, molte cose sono cambiate. Grazie al lavoro incessante di tante ONG, il Mediterraneo non è più solo un luogo di morte, ma anche di speranza, dove ogni giorno vite vengono salvate. Tuttavia, le sfide restano immense: guerre, cambiamenti climatici e condizioni di vita insostenibili spingono sempre più persone a cercare rifugio. Non possiamo limitarci ai salvataggi in mare; è cruciale affrontare le cause profonde di queste migrazioni forzate.

Dalla Prima Linea alla Prevenzione

Questo cambiamento di prospettiva è frutto di anni di lavoro sul campo. Nel 2017, MOAS Italia ha ampliato la sua missione andando in Bangladesh, per offrire supporto ai Rohingya, una popolazione perseguitata in Myanmar. Quell’esperienza ci ha confermato che non si tratta solo di soccorrere, ma anche di educare e prevenire.

Il Libro e la Nascita del MAEC.

Il mio libro, “Raccogliere il mare con un cucchiaino”, edito da Città Nuova Roma, nasce proprio da queste esperienze. Sentivo il bisogno di dare voce alle storie dei migranti, spesso ridotte a numeri o notizie fugaci.

Ma l’impegno non si è fermato lì. Da questa urgenza di fare di più, abbiamo deciso di trasformare il MOAS Italia nel MAEC – Mediterranean Aid Education Center.

Abbiamo esteso il nostro intervento, puntando non solo al supporto del salvataggio in mare, ma anche alla prevenzione, informando le persone nei loro paesi di origine e di transito sui rischi dei viaggi irregolari e sulle vie legali per poter raggiungere un posto sicuro.

L’Impegno del MAEC in Tunisia

Recentemente, il MAEC ha avviato una missione esplorativa in Tunisia, contattando università e ONG locali per prevenire tragedie come quella di Nabila, una giovane studentessa morta in un naufragio, e di Yissa, una migrante senegalese che forse avrebbe scelto un percorso più sicuro se avesse saputo dei pericoli del traffico di esseri umani.

Vie Sicure e Legali: La Chiave per il Futuro

I salvataggi in mare sono cruciali, ma è altrettanto importante promuovere Vie Sicure e Legali, per contrastare il traffico di esseri umani. La conoscenza e l’accesso a percorsi legali possono fare la differenza tra la vita e la morte. Con il supporto del MAEC, continueremo a sensibilizzare e a fornire informazioni affinché nessuno debba rischiare la propria vita alla ricerca di un rifugio sicuro.

Il nostro lavoro non si ferma qui. Il MAEC continuerà a espandere le sue attività, affrontando non solo le emergenze immediate, ma anche le cause profonde delle migrazioni. Ogni vita salvata è un passo verso un mondo più giusto. Continueremo a lavorare ispirati dalle storie delle persone che incontriamo convinti che, insieme, possiamo davvero fare la differenza.

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